la Bibbia
Stamane navigando sul web, mi sono imbattuto nella preghiera che Gianluca Arena, figlio di Bruno Arena il famoso comico dei Fichi d'India, ha rivolto al padre ricoverato in ospedale qualche giorno fa per una emorragia celebrale, nella quale diceva di ammirare molto suo padre e che spera con tutto il cuore di poterlo riabbracciare e dirgli tutte quelle cose che avrebbe voluto dirgli, ma che non ha mai fatto.
In questo ultimo anno, alla fine di ogni prima giornata del mio corso di memoria, rivolgevo ai miei corsisti l'invito a fare un esercizio in più una volta tornati a casa; esso consisteva nel dare una buona notte speciale ai propri genitori.
Da piccoli, fare questo era una cosa pressoché scontata; poi si sa, con il tempo questa abitudine, vuoi per pudore, vuoi perché i rapporti cambiano, tendiamo a riporla nel cassetto e di un "buona notte ti voglio bene", non rimane altro che un semplice.. "notte", seppure.
Quando nel 2010 feci il mio personale corso di apprendimento rapido, scoprii come fare quel semplice gesto, fosse in realtà per me molto complicato, per via di una serie di abitudini e convinzioni che oramai avevo radicato in me nel corso degli anni.
La parte più difficile però non riguardava mia madre, con lei ho sempre avuto un rapporto affettuoso, ero come si definisce un "cocco di mamma", quindi chiamarla in piena notte e dirle ti voglio bene, risultò alquanto semplice. Il difficile ahimè arrivò quando chiesi di passarmi mio padre, con il quale avevo si uno splendido rapporto, ma incentrato sul rispetto/timore che un figlio rivolge al padre e metteteci anche il pudore, non riuscì a spiaccicare parola se non un semplice "buona notte".
In quel periodo della mia vita stavo crescendo in maniera esponenziale, raggiungevo risultati che mi entusiasmavano, la gente mi adorava e tutto sembrava andare nel verso giusto. Dentro di me però avvertivo un senso di incompiutezza, di incoerenza rispetto a quello che dicevo agli altri, così nel Gennaio 2011, iscrissi me e mio padre ad un corso di 4 giorni sulla crescita personale, che io avevo già frequentato, e dove sapevo avremmo lavorato sul rapporto genitori e figli. Quando arrivai però, scoprì che quella parte era stata spostata in un'altro corso, vanificando dunque l'obiettivo di fare quel determinato lavoro con lui. Ma non mi persi d'animo, così alla prima occasione utile, salimmo sul palco per un esercizio, ed alla fine dinanzi a 150 persone, lo guardai negli occhi e dissi: "papà ti ringrazio per esseri qui con me, tu mi hai dato la vita, sei sempre stato il mio punto di riferimento e ti voglio un mondo di bene". Nella mia vita ho visto mio padre commuoversi solo per tre eventi, la morte di sua sorella e del padre e in quella circostanza, e vi posso garantire che da qual momento in poi, ho realizzato di aver compiuto il salto più importante della mia vita, cioè passare da ragazzo a Uomo.
Il rapporto con mio padre ora è ancora più splendido di prima, lui si fida ciecamente di me e quando parliamo lo facciamo con la consapevolezza di essere in totale sintonia.
Quindi invito tutti voi a non esitare nel esternare i vostri sentimenti, è vero loro sanno quanto bene provate, ma la vera differenza è per voi.. Spesso un piccolo gesto, può fare grandi cose..
Davide Simonetti
Nessun commento:
Posta un commento