giovedì 22 novembre 2012

STATI D’ANIMO: DOMINARLI O FARSI DOMINARE



“L’antenato di ogni azione è il pensiero”
(Ralph Waldo Emerson)

Vi è mai capitata una giornata dove tutto andava per il meglio? Dove qualsiasi cosa voi faceste, il risultato non poteva che essere positivo? Ad esempio nello studio, nel lavoro o più semplicemente nello sport.
Allo stesso modo, so che ci sono stati giorni in cui tutto andava per il verso storto, pasticci su pasticci, anche in aree della vostra vita dove in passato avete eccelso.
Secondo voi dov’è la differenza? Eppure siete sempre le stesse persone o sbaglio? Con le stesse risorse aggiungerei. Quindi perché a volte otteniamo grandi risultati ed altre volte dei risultati deludenti? Questa differenza va cercata nella sfera psicologica nella quale risiede.
Ci sono molteplicità di stati d’animo (amore, gioia, fiducia, fede, ecc) che ci infondono tanto potere e voglia di fare; ci sono poi altri tipi di stati d’animo (rabbia, frustrazione, paura, ansia ecc) che invece ci tolgono forze, rendendoci deboli.
Tutti noi possiamo entrare ed uscire da questi stati d’animo, sia essi positivi o negativi, e capire quali essi siano, è la chiave per comprendere il cambiamento e avviarci verso l’eccellenza.
Uno stato d’animo è composto da: FOCUS (rappresentazioni interne) + FISIOLOGIA che generano un COMPORTAMENTO, il segreto di tutto è nel farsi carico dei nostri stati d’animo e quindi dei nostri comportamenti. Conosco un ragazzo che fa il cameriere da diversi anni, a mio avviso uno dei più bravi e gentili che abbia mai conosciuto, sempre pronto ad accogliere la gente con il sorriso e buone maniere. Un giorno però ricordo il suo atteggiamento mutò, era freddo e scontroso verso tutti i clienti del locale. Così decisi di chiedergli cosa fosse successo, e mi racconto che gli avevano rubato la macchina nuova con dentro borsa e documenti. Non era una persona scontrosa, ripeto, ma semplicemente era in uno stato d’animo controproducente figlio di un’esperienza esterna non gradevolissima direi.
Le nostre rappresentazioni interne, le nostre esperienze degli eventi, non sono esattamente quello che è accaduto, ma una nostra ri-presentazione, filtrata attraverso le nostre credenze, valori e atteggiamenti, cosicché ad uno stesso e unico evento (es. un incidente), ogni testimone darà una versione differente con dettagli differenti.
Un must della PNL (programmazione neuro linguistica) è: “la mappa non è il territorio”, infatti se ci pensate, una carta geografica non è il territorio che rappresenta, ma se esatta, ha una struttura simile a quella del territorio, quello che appunto ne giustifica l’utilità; Einstein una volta ha detto: “Chiunque si prenda la briga di ergersi a giudice nel campo della verità e della conoscenza, viene mandato in rovina dalle risa degli dei.”
La differenza tra chi fallisce e chi ha successo, risiede proprio nella capacità di mettersi in uno stato d’animo positivo che gli da la forza necessaria a raggiungere il suo obiettivo; Bisogna tenere ben a mente che nulla è intrinsecamente buono o cattivo, dipende da come decidiamo di rappresentarci le cose, a voi la scelta.

Davide Simonetti

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