
"Ci provo", "speriamo vada bene", "no guarda sono sicuro che non andrà come voglio io"...
Quanti di voi leggendo queste frasi si sono immedesimati? Credo tanti, poiché capita molto spesso che quando ci accingiamo a dover affrontare un evento importante nella nostra vita l'atteggiamento che utilizziamo è quello di chi, un po' per scaramanzia e un po' per mancanza di fiducia nei propri mezzi, vede l'ostacolo come un qualcosa di insormontabile, difficile da raggiungere anche solamente per immaginazione.
Questo spesso è accompagnato da
credenze limitanti che ci portano stress e di conseguenza risultati mediocri se non spesso "fallimentari, e come avete potuto notare ho messo tra le virgolette l'aggettivo fallimento ed ora capirete il perché attraverso la breve storia che vi narrerò.
Vi pongo una domanda? quando rientrate a casa la sera, la prima cosa che fate in assoluto una volta aperta la porta d'ingresso cos'è? Se siete stati perspicaci avrete sicuramente risposto "accendo la luce", bene se così non fosse potete anche smettere di leggere questo post!!!! ma no scherzo ovviamente, chiusa questa piccola parentesi ludica vi spiego perché ho scelto proprio la luce come metro di paragone per farvi capire il perché abbia virgolettato l'aggettivo fallimento, e bene la risposta sta nella storia di colui che ha inventato la lampadina ovvero
Thomas Edison che raggiunto il suo risultato rivoluzionario volle chiosare con questa frase: "
Non esistono fallimenti ma soltanto tentativi".
Per noi è semplice premere un pulsante per illuminare la nostra casa, in realtà per arrivare a tutto ciò Edison ha dovuto faticare parecchio poiché di ostacoli sul suo percorso ne ha incontrati tanti ed alcuni sembravano davvero insormontabili; si narra che Edison portasse con se un piccolo diario ove ogni giorno apponeva i tentativi che aveva condotto per realizzare la lampadina e questo pare si sia protratto per tanto e tanto tempo poiché ogni tentativo sembrava non portare da nessuna parte, ma egli continuava e continuava a mettere a punto la sua invenzione e questo, nello scetticismo generale, destò non poche ilarità nei suoi riguardi da chi credeva che la sua fosse pura utopia e che con le lampade ad olio si stesse più che bene.
Edison non diede retta a nessuno e continuò nei suoi esperimenti ed arrivato a 10000 tentativi, data la tenacia, incuriosì una giornalista che volle fargli un intervista per conoscerlo meglio e mentre mostrava ad essa uno dei suoi tentativi, qualcosa andò storto e si appiccò un incedio che mise in pericolo le loro vite e distrusse lo studio, ivi compreso il diario dove Edison annotava tutto.
Bel guaio direi, chi di voi dopo tanti tentativi e una "tragedia" del genere avrebbe continuato a persistere? considerando anche che la giornalista lo dichiarò un pazzo che voleva ucciderla, non proprio una bella pubblicità.
Forse tanti o forse nessuno, ma il punto è che Edison continuò e arrivato attorno ai 30000 tentativi riuscì a inventare la lampadina e quindi a raggiungere il suo obiettivo.
Molti detrattori vollero salire sul carro dei vincitori, e a chi domandava lui come avesse fatto a persistere dopo tanti fallimenti, egli rispondeva che nella vita non esistono fallimenti ma solo tentativi, difatti nel suo diario egli apponeva tutti i modi per
non fare la lampadina, cosicché per esclusione sarebbe arrivato alla soluzione vincente, come poi si è rivelato.
Quindi non importa quanto impegnativo sia ciò che dovete fare, ponetevi nel giusto atteggiamento e cambiate il vostro vocabolario da "Ci provo" a "ci riuscirò" e vedrete che tutto sarà più bello.
Dedico questo articolo ad una persona con la quale ho avuto il piacere di parlare in questi giorni che sono stato fuori dalla mia terra d'origine, una persona giovane che nella sua vita ha già ottenuto dei risultati straordinari e che tanti altri ne otterrà poiché ci mette passione e tanta volontà in tutto ciò che fa, una persona che non si domanda se riuscirà o meno in qualcosa ma la fa nella convinzione più totale di riuscirci, un po' come me in fondo... Grazie!!